Disturbi dell’alimentazione
Aree di intervento
Dal momento della nascita, il cibo ha un significato simbolico e reale. Per i bambini, il cibo rappresenta un’estensione della madre ed è associato al calore, alla sicurezza, alle carezze, all’intimità, cioè all’amore. Crescendo, qualcosa di questo legame iniziale tra nutrimento e contatto umano, viene mantenuto. Se il rapporto col cibo diventa un’ossessione, un modo per compensare mancanze profonde in altri ambiti di vita, si rischia di sviluppare un disturbo dell’alimentazione.
Uno non può pensare bene, amare bene, dormire bene, se non ha mangiato bene.
Virginia Woolf
L’ alimentazione
L’ alimentazione fa parte delle pratiche fondamentali del sé, dirette alla cura del sé, attraverso il costante nutrimento del corpo, oltre a costituire una fonte di piacere, agiscono simbolicamente come materie prime per rivelare l’identità di un individuo a se stesso e agli altri [Lupton, 1999].
Il corpo risulta essere il tramite immediato nel contatto con il mondo: facilmente visibile e prima parte di noi ad essere conosciuta dagli altri. Inoltre, il corpo si modifica, visibilmente e costantemente durante la nostra vita, rendendo pubbliche quelle fasi di cambiamento estreme che ci conducono dalla nascita, all’infanzia, all’adolescenza, fino all’età adulta e alla vecchiaia.
I soggetti più sensibili a tale influenza sono gli adolescenti e i giovani in genere, che cercano la conferma della loro identità individuale mediante il riconoscimento nell’altro.
I disturbi del comportamento alimentare colpiscono, infatti, in modo particolare adolescenti e giovani adulti, con frequenza sempre in aumento sia nei paesi occidentali che nel resto del mondo: negli ultimi venti anni la diffusione di questa patologia è aumentata in modo impressionante, al punto che si è parlato di “epidemia”.
I disturbi dell’alimentazione
I disturbi dell’alimentazione sono caratterizzati dalla presenza di comportamenti finalizzati al controllo del peso, dell’alimentazione, delle forme corporee e possono arrecare danni sia alla salute fisica, che psicologica.
Si tratta di disturbi che ruotano intorno a problematiche profonde, in relazione però alla forma e al peso corporeo: disordini in cui la persona si concentra ossessivamente sul corpo, per risolvere problemi che spesso riguardano l’identità personale.
Il cibo non rappresenta più il normale nutrimento necessario per la sopravvivenza, ma diventa un’ossessione, o un modo per compensare mancanze profonde in altri ambiti di vita. Il cibo viene quindi svuotato della sua funzione di nutrire e far crescere, per diventare oggetto di rifiuto ostinato ed espressione di conflitti e tensioni familiari. Ad accrescere questa situazione conflittuale, subentrano spesso anche modelli di bellezza irraggiungibile, l’immagine corporea ideale.
Fattori individuali
Anche se i fattori culturali da soli non sembrano in grado di provocare un disturbo alimentare, giocano un ruolo fondamentale se accompagnati da fattori individuali, come bassa autostima, tendenza al perfezionismo e al controllo.
Numerosi studi mettono, inoltre, in relazione la comparsa di tali disturbi, con ripetute prese in giro da parte dei coetanei e dei familiari, durante l’infanzia e l’adolescenza, ipercriticismo su alimentazione e aspetto fisico, tendenza familiare alla restrizione alimentare.
Ciò che si ricerca è il controllo della propria vita, attraverso il controllo del proprio corpo.
Tra i disturbi dell’alimentazione troviamo
- Anoressia nervosa: si manifesta quando la persona presenta una notevole e drastica riduzione del peso corporeo, rispetto all’età e all’altezza e al sesso. Ciò che si verifica è un netto rifiuto del cibo accompagnato da un intensa paura di ingrassare, un atteggiamento tendente a conservare la magrezza (anche se chiaramente eccessiva), una distorta immagine corporea, nei soggetti femminili, amenorrea, emaciazione, anemia e iperattività fisica.
Gli aspetti psicologici correlati all’anoressia nervosa sono il perfezionismo, scarsa autostima, atteggiamento competitivo o remissivo, coscienziosità e ricerca della massima prestazione ad ogni costo. Nei soggetti maschi, si constata più competitività con i coetanei a livello estetico. - Bulimia nervosa: è caratterizzata da abbuffate e metodi inappropriati compensatori per prevenire l’aumento di peso. Un’abbuffata, o crisi bulimia, è definita come l’ingestione in un determinato periodo di tempo di una quantità di cibo più grande rispetto a quanto la maggioranza degli individui assumerebbe in circostanze simili.
Tipicamente c’è grande vergogna e tentativo di nascondersi. Le crisi bulimiche avvengono perlopiù in solitudine: l’ingestione di cibo è molto rapida e l’abbuffata continua finchè, non ci si sente pieni da star male e fa seguito una precipitazione del tono dell’umore e spietata autocritica.
L’abbuffata è però accompagnata, nel momento stesso, da un forte senso di piacere. Spesso le persone affette da bulimia sono estremamente sensibili al giudizio estetico, hanno generalmente problemi di autostima, presentano un desiderio di perfezionismo estremo e hanno modalità cognitive di pensiero del tipo “tutto o nulla“. L’abbuffata rappresenta la “trasgressione” alle rigide regole alimentari che si impongono e il tutto è seguito da un forte “senso di colpa”, dettato dalla sensazione di aver perso il controllo, che conduce alla condotta di eliminazione.
Di fondo nelle persone bulimiche sono presenti forti emozioni negative che tentano di “bloccare” tramite l’assunzione incontrollata di cibo. - Vomiting: è un disturbo che viene indicato come una conseguenza di una matrice di base bulimica o anoressica. Il vomito rappresenta generalmente un meccanismo compensativo per eliminare il cibo in eccesso e mantenere così il controllo del peso corporeo. Tuttavia, in questa particolare categoria, il vomito assume un altro aspetto ancora più patologico. A furia di mangiare e vomitare le persone (perlopiù donne) iniziano ad assumere questo come un rituale che diventa sempre più piacevole, fino a risultare il massimo dei piaceri al quale non si può più rinunciare.
Questo rituale mangio/vomito diventa pertanto un momento di estremo godimento, al pari quasi di un piacere sessuale. Una volta instaurato il vomiting il problema non è più liberarsi dal meccanismo di controllo del peso ma riuscire a liberarsi da questo atteggiamento compulsivo alla ricerca del piacere. - Binge Eating (disturbo da alimentazione incontrollata): è un disturbo che rappresenta un’evoluzione particolare della bulimia. Risulta poco diffuso rispetto alle altre tipologie di disturbi alimentari. Il binge eating è caratterizzato dall’alternarsi di periodi prolungati di astinenza, o regime alimentare ipercontrollato con periodo, più o meno lunghi, di intensa trasgressioni in cui la persona si abbandona al piacere dell’abbuffata. Il sistema si basa quindi sull’alternanza di digiuno/abbuffata, controllo/perdita di controllo. In questa variante della bulimia sono di fondamentale importanza la prolungata astinenza da cibo e il continuo sforzo di controllarsi che inducono la successiva perdita di controllo.
Il trattamento dei disturbi dell’alimentazione
Il trattamento dei disturbi alimentari, essendo essi ben aldilà dei limiti di normalità, deve essere affidato a psicoterapeuti in affiancamento ad altre figure professionali fondamentali, quale medico, dietologo, endocrinologo, ecc. Il trattamento dei disturbi alimentari non può pertanto essere improvvisato, o gestito semplicemente con il buon senso, visto le serie conseguenze psicofisiche di tali disturbi personali.
Dott.ssa Nicoletta Alberta
Psicologa Psicoterapeuta
Chiedere aiuto è il primo passo verso la guarigione
Quando richiedere
una consulenza
La richiesta di consulenza psicologica può essere motivata da circostanze di vita sfavorevoli che si protraggono da tempo, o da eventi critici che irrompono all’improvviso nella vita, e che rischiano di compromettere l’equilibrio psicologico e fisico della persona. Tali situazioni, anche in assenza di una psicopatologia, possono infatti generare un senso di inadeguatezza e disorientamento tale, da bloccare l’accesso alle proprie risorse, limitare le proprie scelte e quindi la possibilità di risoluzione autonoma.
Altre problematiche possono, invece, essere intimamente legate alle diverse fasi dello sviluppo ed emergere proprio nei momenti critici della crescita personale: dall’infanzia all’adolescenza, e dall’ingresso nel mondo degli adulti alla vecchiaia, la persona si trova ad affrontare particolari sfide, in cui la relazione con se stessi e gli altri può diventare complicata, tanto da esigere una trasformazione di alcuni propri modi di essere, in qualcosa di nuovo e più funzionale.
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